Focus su colonnine per ricarica auto
Tempo lettura stimato: 3 min- L’assenza di infrastrutture di ricarica ostacola la vendita di auto elettriche
- In Italia, a fine 2021, erano presenti poco più di 26.000 punti di ricarica
- Per il 77% dei consumatori è importante avere accesso a punti di ricarica nei luoghi che visita
- In Italia, nel primo trimestre del 2022 i punti di ricarica sono cresciuti di 7.100 unità, ma il 57% delle strutture è situato nel nord del paese
Nell’ultimo decennio, il numero di veicoli elettrici è aumentato in modo significativo.
Ciò è dovuto alle nuove tecnologie avanzate, soprattutto nella progettazione dei motori elettrici, e alle politiche governative volte a ridurre la quantità di emissioni di carbonio prodotte dai motori a combustione.
Di conseguenza, sempre più paesi nel mondo, hanno cercato di incentivare l’acquisto di veicoli elettrici. Per le ragioni già citate, i veicoli elettrici sono al centro del cambiamento epocale che sta avvenendo nel mondo della mobilità.
Si parla spesso delle problematiche più comuni legate alla diffusione dei veicoli elettrici come la riduzione dei costi delle batterie o la necessità di aumentarne l’autonomia.
Tuttavia, è stata data minore attenzione alle questioni relative alle stazioni di ricarica, oggi ancora troppo poco diffuse e vero e proprio tallone d’Achille del settore e-automotive.
Secondo il rapporto di Motus-E, alla fine del 2021 erano presenti in Italia poco più di 26.000 colonnine di ricarica pubbliche. Con questi numeri è impensabile anche solo immaginare una totale elettrificazione del parco auto italiano. È probabile che l’offerta aumenterà proporzionalmente all’incremento delle vendite, ma è altrettanto vero che è proprio la scarsità di stazioni di ricarica uno dei freni principali alla diffusione massiccia dell’elettrico.
Interessanti i risultati della ricerca “La mobilità elettrica: inevitabile o no? Analisi dal punto di vista dei consumatori”, realizzato da Motus-E e Quintegia, con il sostegno della Fondazione Europea per il Clima:
L’accesso all’infrastruttura di ricarica pubblica secondo il 63% degli intervistati non sarebbe un ostacolo all’acquisto di un’auto elettrica se ci fossero sufficienti punti di ricarica rapida in tutte le stazioni di servizio. Inoltre, per il 77% è importante avere accesso ai punti di ricarica nei luoghi che visita (es. parcheggi pubblici in centro città) e il 72% farebbe lunghi viaggi con un’auto elettrica se ci fossero colonnine di ricarica veloce in autostrada e nelle arterie principali.
Grazie a un grafico fornito dal sito zap-map, che aggiorna costantemente il numero di colonnine elettriche presenti nel Regno Unito, possiamo notare una tendenza chiara di progressivo aumento dell’offerta di punti di ricarica. Tra la fine del 2016 e il 2021 la rete dei punti di ricarica è quadruplicata passando da 6.500 a oltre 28.000 dispositivi, tra il 2020 e la fine del 2021 sono stati aggiunti quasi 7.500 punti di ricarica alla rete del Regno Unito, con una crescita del 36%.
Un’espansione costante ma ancora troppo lenta. All’attuale tasso di crescita, solo un quarto del numero totale previsto di stazioni di ricarica pubbliche verrebbe realizzato entro il 2030.
La situazione in Italia
Nel primo trimestre del 2022, rispetto allo scorso anno i punti di ricarica sono cresciuti di 7.100 unità, con una crescita media annua del +47%.
Purtroppo, e questo è un ulteriore elemento problematico, circa il 12% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti finali a causa del mancato allacciamento alla rete da parte del distributore di energia o per altre motivazioni autorizzative. Da sottolineare un’evidente mancanza di capillarità: il 57% circa delle infrastrutture è concentrato nel nord Italia, il 23% circa al centro e solo il 20% al sud e nelle isole.