Viaggio nella mobilità che cambia: benvenuti su changemobility.it
Tempo lettura stimato: 5 minIntroduzione: vita veloce
Viviamo ad alta velocità. In ogni sfera sociale, attività umana, pensiero individuale. Tutto e tutti, purché velocemente. Anzi, sempre di più. In questo vortice di velocità su ogni piano, la mobilità diventa il “tachimetro” del cambiamento. È il simbolo di un’epoca di accelerazione continua: la mobilità è essa stessa un fenomeno in continua trasformazione, dalle fonti di energia per muoversi fino all’impatto ambientale sempre più attutito e delicato passando per design e motorizzazioni così avveniristiche e controintuitive da porsi la domanda: ma come ci muoveremo domani? – e per “domani” non si intende un futuro remoto. A proposito: anche il futuro è in veloce avvicinamento.
Domanda: perché Changemobility.it?
Allora, su tutto questo flusso caotico, ma anche affascinante e coinvolgente, si apre un nuovo punto di osservazione: changemobility.it. No, non è un giornale o un media. È un diario di viaggio, un racconto per tappe, è come il giro del mondo ma per la mobilità. È soprattutto il pedale del freno da premere con dolcezza per rallentare, alzare gli occhi e rendersi conto di dove si sta andando. Per guardare sia nei singoli dettagli, sia da una visuale d’insieme a come cambia la mobilità: trend, tecnologie, ambiente, transizione energetica, batterie elettriche, veicoli a guida autonoma, taxi aerei, smart cities, car sharing, flotte aziendali e tanto altro. Tutto al passo con i cambiamenti.
Frenata: cos’è diventata la mobilità?
Per Marcello Gandini, leggendario designer di mostri sacri come la Lamborghini Countach, la mobilità era l’auto e l’auto era come un “tappeto volante” che ci avrebbe condotto ovunque avremmo sognato di andare. È bastato mezzo secolo per sorpassare sulla destra questa visione e ritrovarsi in una situazione così fluida. Infatti la mobilità non è più soltanto la disciplina che studia forme e mezzi con cui gli esseri umani si spostano sul pianeta e spostano vite e cose. È anche una condizione quotidiana per il nostro pianeta dove milioni di persone abbandonano le loro terre per migrare verso una vita interamente nuova. Ma è anche la realtà di altrettanti milioni di persone per cui è diventato di uso comune spostarsi anche su grandi distanze, con diversi mezzi, cambiando percorsi e tenendosi sempre pronti a cambiare tutto daccapo: lavoro, famiglia, amici. Vita. Il lavoro stesso è parte integrante di questa mobilità: job title, skills, posto di lavoro sono tutti “in mobilità”. Non avremo tutti una lussuosa sportcar. Ma siamo costretti tutti ad essere ottimi piloti.
Assetto corsa: le aziende della mobilità
Le aziende stesse sono sempre in movimento, alla ricerca di nuove opportunità e sono laboratori di perenne ricerca, sperimentazione, evoluzione. Sempre a ritmo veloce, velocissimo. Non ci sono solo aziende “di un certo tipo”. Gli assetti societari raffigurano equilibri complessi: il core business genera spesso spin-off sui servizi collegati e da questi nascono anche soluzioni innovative. Le aziende della mobilità – come Ecoprogram Flotte e il suo CEO Gianluca Barabino – fanno tante altre cose, perché la mobilità non è solo l’azione di muoversi. È la gestione dei mezzi, del capitale umano, della sicurezza di quei mezzi e di quelle persone. È innovazione per migliorare. È anche responsabilità sociale perché un’azienda di mobilità. È la visione del futuro davanti a noi. Il piede è di nuovo sull’acceleratore.
Pit stop: quali fonti di rifornimento?
Petrolio addio. Gas forse. Idrogeno non pervenuto. Litio ed elettroni ok ma per quanto ci fanno viaggiare? La questione energetica, inclusa la transizione (che è essa stessa un’ennesima forma di mobilità), non è mai stata così importante per la mobilità come oggi. Non è solo una questione di conto economico. È, finalmente, anche una questione di approvvigionamento. Di lungimiranza. Perché l’innovazione ha bisogno di continuità per esprimersi e consolidarsi. Il problema è che oggi si è ad un crocevia affollato di possibilità diverse. Ma nessuna convince e nessuna riesce a spodestare l’odorosa benzina del Novecento. Tanto più che questa competizione tra carburanti alternativi ha serie ripercussioni sulle tecnologie e i motori e non si può far convivere diversi carburanti in una stessa tecnologia. Siamo nell’epoca della “iper” mobilità ma senza un vero carburante per alimentarla.
“Inserire la destinazione”: ambiente.
Changemobility.it guarda anche all’ambiente. Al di là della solita solfa sulla riduzione delle emissioni di CO2. Qui il focus è un pochettino più ampio, giusto per includere il climate change? Difficile evitarlo. Ma non solo, anche qui, la solita solfa sulla salvezza del Pianeta. Qui la variabile che impatta la mobilità sono gli effetti del cambiamento climatico. Difficile pianificare una qualunque mobilità quando il meteo è imprevedibile e i danni catastrofali pesano come macigni sui bilanci e le assicurazioni valgono oro. Ma ambiente è anche responsabilità sociale, è incontro e confronto con i territori, le comunità locali, gli stakeholder. Dato che non ci sono limiti alla mobilità di oggi e tanto meno di domani, allora le aziende dovranno prepararsi a dialogare con “ambienti” differenti, sia dal lato naturale, che da quello umano.
Un mondo sempre più “corto”
E la logistica? Tanta roba. Le supply chain sono pura mobilità. Eppure oggi si parla tanto di “near-shoring” cioè accorciare supply chain troppo lunghe, con rischi a non finire e basta che mega cargo ingolfato a Suez per bloccare l’economia mondiale. Dalla globalizzazione alla de-globalizzazione, il mondo diventa più piccolo o almeno più corto. Il retrobottega torna a valere. Ma le infrastrutture intorno a noi sono adeguate? Come cambiano? Torniamo all’antico? Con la cara vecchia logistica intermodale. Il sogno dei corridoi europei. Ma la realtà è che la tigre indiana e il drago cinese creano nuove vie della seta che ci vuole il planetario giusto per comprenderne la portata e la potenza.
Ora basta.
Nell’oretta di tempo in cui questo post è stato scritto sono già successe tante cose nel mondo e nella mobilità. Bisogna (in)seguirle.
Allora, quando si parte? Ma il viaggio di Changemobility.it era già iniziato sin dalla prima riga!